Introduzione

Hai mai sentito parlare di “Smart Farming”?
Probabilmente sì, anche perché negli ultimi anni l’innovazione tecnologia ha trasformato radicalmente il settore agricolo, portando così alla nascita della cosiddetta “agricoltura intelligente” o, appunto, smart farming. Questo nuovo approccio non fa altro che sfruttare le tecnologie digitali, come l’Internet of Things, i big data o sistemi di monitoraggio avanzati, per migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la produttività delle aziende agricole. L’utilizzo di questa strumentazione è di vitale importanza per gli agricoltori che si trovano a dover far fronte a numerose sfide come i cambiamenti climatici, la scarsità di risorse e la crescente domanda alimentare.

Che cos’è la Smart Farming?

La smart farming è l’insieme delle tecnologie avanzate che vengono utilizzate per la gestione e l’ottimizzazione agricola. Le tecnologie includono sensori, droni, satelliti, robotica e software per l’analisi dei dati, che permettono agli agricoltori di avere un quadro più completo sulla situazione e quindi sono in grado di monitorare e gestire in modo efficiente le loro risorse, come il suolo, l’acqua, le ocolture e il bestiame.
Uno dei principali strumenti, utilizzati dalle smart farming, è sicuramente l’agricoltura di precisione, che attraverso l’analisi delle condizioni ambientali e del suolo, permette di prendere decisioni mirate e ottimizzare così l’uso dei fertilizzanti, pesticidi e acqua. Secondo i dati ISTAT più recenti, il 28,5% delle aziende agricole italiane utilizza già tecniche di agricoltura di precisione, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, segno di un crescente interesse verso queste tecnologie.

Tecnologie chiave della Smart Farming

Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, le tecnologie di smart farming offrono un ventaglio di soluzioni avanzate che migliorano la gestione agricola. Tra le più diffuse troviamo:

  1. Mappatura della variabilità del terreno (82,1%): questa tecnica consente di creare mappe digitali che rappresentano la variabilità del terreno in termini di caratteristiche come fertilità, capacità di drenaggio e pH.
  2. Sistemi di posizionamento satellitare (GPS) (78,9%): i sistemi GPS guidano i macchinari agricoli con precisione, riducendo gli sprechi di input e migliorando l’efficienza operativa.
  3. Telerilevamento (67,2%): attraverso l’uso di immagini satellitari o aeree, questa tecnologia monitora lo stato delle colture in tempo reale, individuando problemi come stress idrico, malattie o infestazioni.
  4. Agricoltura a rateo variabile (54,9%): permette di applicare fertilizzanti e pesticidi in quantità variabili, in base alle esigenze specifiche del terreno, riducendo lo spreco e l’impatto ambientale.
  5. Sistemi di monitoraggio delle colture (42,6%): i sensori raccolgono dati in tempo reale sulle condizioni delle colture, come l’umidità del suolo e la temperatura, consentendo una gestione più precisa e personalizzata.

Queste tecnologie non solo aumentano la produttività, ma contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale, rendendo l’agricoltura più sostenibile.

Divario tecnologico tra le regioni italiane

Nonostante le smart farming rappresentino veramente un progresso nell’innovazione e nella tecnologia, purtroppo, ancora oggi, esiste un notevole divario tecnologico tra le regioni italiane.
Secondo i dati ISTAT, le regioni del Nord-ovest (32,1%) e del Nord-est (33%) sono le più avanzate nell’adozione dell’agricoltura di precisione. Tuttavia, nelle regioni del Sud e delle Isole, questa percentuale scende rispettivamente al 22,9% e al 10,3%, evidenziando una disparità nell’accesso alle tecnologie avanzate.
Questa situazione riflette anche i risultati del 7° Censimento dell’Agricoltura, che ha mostrato come il Sud Italia e le Isole siano in ritardo rispetto al Nord per quanto riguarda la digitalizzazione e l’innovazione agricola. Nonostante un incremento della digitalizzazione del 247% nel Sud e del 241,9% nelle Isole negli ultimi dieci anni, queste regioni continuano a soffrire di un divario rispetto al Nord, dove i tassi di digitalizzazione sono significativamente più elevati.

Il caso della Sardegna

Un esempio interessante di come la smart farming possa ridurre questo divario è rappresentato dalla Sardegna, che si distingue come una delle regioni più innovative del Mezzogiorno. Secondo il censimento agricolo, l’11,3% delle aziende sarde ha effettuato investimenti in innovazione, un valore superiore rispetto alla media delle altre regioni meridionali. In particolare, l’adozione di tecnologie come il telerilevamento e la mappatura del terreno potrebbe migliorare l’uso delle risorse in un contesto dove le sfide ambientali, come la scarsità d’acqua, sono particolarmente critiche.
L’esperienza della Sardegna dimostra come la smart farming possa rappresentare una leva di sviluppo non solo per le regioni più avanzate, ma anche per quelle in ritardo.

Prospettive future: smart farming e sostenibilità

La smart farming non è solo una questione di produttività, ma anche di sostenibilità. Le tecniche di agricoltura di precisione permettono di utilizzare le risorse in modo più efficiente, riducendo lo spreco di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Inoltre, la smart farming offre opportunità significative in termini di innovazione sociale. Le tecnologie digitali possono rendere il settore agricolo più attraente per i giovani, offrendo nuove opportunità di lavoro e favorendo la crescita delle filiere corte e dell’agricoltura sociale. Le aziende agricole che abbracciano la digitalizzazione tendono a essere più competitive sui mercati internazionali, promuovendo una crescita economica sostenibile e inclusiva.

Fonti:
https://www.istat.it/it/files/2022/06/censimento_agricoltura_gnesi.pdf

https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/05/STATISTICATODAY-Previsioni-di-semina.pdf

https://tethys.farm/agricoltura-di-precisione-i-dati-istat-e-le-sfide-per-il-futuro/

https://www.istat.it/comunicato-stampa/previsioni-di-semina-per-le-coltivazioni-cerealicole-anno-20222023/

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